La moglie del procuratore

Genere: Drammatico
Regia: Marina Maffei
Testi: "La moglie del procuratore" tratto dalla raccolta "Morte di Adamo"
Durata: 1 h e 5 min circa
Anno: 2015

Contenuto: Ambientata in casa del filosofo Seneca e di sua moglie Paolina, la vicenda si apre in un vero e proprio salotto mondano, dove alcuni tra i più importanti personaggi dell’epoca neroniana si trovano intenti, tra un brindisi e l’altro, in disimpegnati discorsi filosofici. 
L’improvviso arrivo di Claudia, l'ormai anziana moglie dell’ex procuratore della Giudea Ponzio Pilato, porta scompiglio tra i personaggi. 
Ha così inizio una serie di incalzanti domande sulla vicenda di Pilato, che scopriamo essere morto, e del Galileo crocifisso, questione particolarmente scottante a Roma in quel momento, a causa dell’arrivo di Paolo di Tarso, che chiedeva di poter professare liberamente la dottrina cristiana. 
Claudia, colta alla sprovvista, si affretta a negare qualunque tipo di relazione con quei fatti; più tardi, però, la ritroviamo sola in compagnia di Seneca, e scopriamo un’altra realtà, fatta di un profondo legame tra Claudia e Gesù che le appare talvolta in sogno o in visione, proprio quel Gesù che suo marito condannò a morte, destinandosi al tormento che lo portò al suicidio. 
“Cos’è la verità? Quid est veritas?” questa domanda divenne il tormento di Pilato, ci racconta Claudia, perché non riuscì mai a spiegarsi chi fosse quell’uomo che la folla gli aveva strappato per condurlo a morte. 
Attraverso una serie di flashback, in questa notte di rivelazioni, scopriamo che Claudia ha passato la vita a cercare di rispondere alla stessa domanda del marito, e che ora si trova a Roma proprio per incontrare quel Paolo che si trova ora in carcere e che alcuni eminenti personaggi del senato vorrebbero scacciare. 
La paura di aver tradito Gesù, rinnegando di conoscerlo di fronte agli ospiti del salotto di Seneca, la tormenta senza darle pace, ma sarà proprio il vecchio filosofo stoico a restituirle la verità anche di fronte a quel dolore. 

Giudizio critico: Ad un anno dalla scomparsa di Elena Bono, lo spettacolo si pone come occasione per riscoprire il valore di questa scrittrice nostra conterranea, la sua profondità di fede e la sua domanda di verità, attraverso le pagine di quello che è considerato il suo racconto più famoso.
La nostra riduzione teatrale del testo narrativo è il tentativo di dare corpo e voce ai personaggi vivi nella mente di Elena Bono. Abbiamo inoltre scelto di ambientare la vicenda non all’epoca neroniana, ma in un elegante salotto dei primi del ‘900, per cercare di renderne l’attualità. 
Le scene sono accompagnate da interventi musicali: la maggior parte composizioni originali di Chiara Medone, attrice della Compagnia teatrale, ma anche un brano ungherese, Czardas di Monti, scelto perché legato a un episodio della vita di Elena Bono. La scrittrice raccontava infatti di un’esperienza mistica scaturita proprio dall’ascolto di una musica ungherese. 
La rappresentazione è divisa in due atti: il primo occupato dalla scena di gruppo nel salotto di Seneca e Paolina; il secondo interamente dedicato al dialogo tra Claudia e Seneca, intervallato da una serie di flashback che costituiscono il racconto della vicenda della protagonista. 
Il dialogo tra i due merita tanto spazio per diversi motivi: innanzitutto perché in esso emerge il profondo legame di amicizia tra i due personaggi; in secondo luogo, dinamica estremamente attuale, è quasi un dialogo tra un ateo e un credente, un confronto tra le rispettive domande, quasi un farsi compagnia alla ricerca della Verità.
La figura di Claudia, alter ego della scrittrice, è stata per noi un incontro affascinante con un’esperienza di vera umanità. Claudia ha sete di conoscere Gesù, si domanda perché abbia scelto proprio lei, ha timore di questo compito che le sembra così sproporzionato rispetto al suo tradimento, tanto che ha quasi deciso di mollare la presa quando l’intervento provvidenziale di Seneca la restituisce a se stessa, permettendole di guardarsi con misericordia.